ÔMINA ROMANA: il tributo al territorio laziale di Anton F. Börner

La viticoltura nel Lazio, prima ancora che ai Romani, si deve agli Etruschi.

Ed è su un terreno di circa 80 ettari tra le colline dei Colli Albani (nella zona dei Castelli Romani) che è ricaduta la scelta di Anton F. Börner, imprenditore tedesco con la passione per la storiografia, la filosofia e il vino fatto a regola d’arte, per il suo progetto di vino insieme alla sua famiglia.

Anton F. Börner ha un passato internazionale e di numeri; è stato a lungo presidente della BGA (Federazione tedesca per il commercio estero e all’ingrosso e servizi), ha lavorato tutta una vita per far crescere il suo Paese (la Germania), ma nel 2007 qualcosa è cambiato.

Decide di acquisire questi vigneti nella zona di Velletri e di spiantare tutte le viti che, prima del suo arrivo, erano coltivate in maniera intensiva, per riposizionare solo le varietà che, dopo attenti studi sul terroir e le condizioni climatiche, si sono rivelate essere le più promettenti per regalare grandi vini. Titolare della tenuta è la figlia Katharina, coadiuvata nel suo compito dal resto della famiglia e dai ‘tecnici’.

Questa zona offre condizioni meteorologiche molto particolari: l’influsso del mare (a 25km di distanza), delle colline, dei venti freddi dei Colli e il terreno di origine vulcanica creano interessanti escursioni termiche e una grande alternanza di climi e microclimi, che vengono costantemente monitorati dalle quattro stazioni meteo installate nei campi.

Anton Börner Omina Romana

Oggi, a 10 anni di distanza dalla produzione della prima etichetta, Ômina Romana produce per il 60% varietà rosse tra cui: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Cesanese, ed il restante 40% uve bianche quali Chardonnay e Viognier.

Il risultato sono vini praticamente perfetti dal punto di vista della struttura e dell’equilibrio, nonché eleganti all’assaggio.

Il lavoro scientifico e di ricerca della perfezione (ogni filare è numerato e ne vengono costantemente analizzati dei campioni per scegliere senza sbagliare il giorno ottimale per la vendemmia) si ritrova sia in un calice di Merlot dall’elegante colore rosso rubino e dal gusto sorprendentemente leggero e corposo allo stesso tempo, sia in un calice di Cesanese, omaggio in purezza al territorio. Incanta poi il colore giallo dorato del Viognier, intenso e complesso e con note agrumate e di erbe aromatiche.

Anche il nome della cantina è un tributo alla storia: Ômina è infatti un termine latino che significa “buoni presagi” e per il logo dell’azienda è stata scelta la fenice, uccello simbolo che rinasce splendente dalle sue ceneri, così come da questo terreno nascono ora grandi vini.

 

Very Wine Confidential. Very Food Confidential.

 

Vittoria Dell'Anna
Ho studiato Lobbying e Comunicazione internazionale, poi per una serie di tempismi perfetti ho scoperto a Bangkok la mia vocazione per l'enogastronomia. Ho lavorato a lungo in Asia con chef stellati provenienti da tutto il mondo e brand del calibro di San Pellegrino per creare indimenticabili avventure culinarie e continuo a farlo oggi da questa parte del mondo. Scrivo per diversi blog e guide nazionali, viaggio spesso, mangio sempre e mi piace recensire i bar dei benzinai della mia bella Puglia.

Articoli Correlati