Due personalità visionarie del vino si incontrano, per far scoprire ai propri ospiti un nuovo modo di degustare il vino
Spesso si parla di “degustazioni alla cieca”, ma ben diverse sono le “degustazioni al buio”. Ebbene sì, le sensazioni provate sorseggiando un vino, con una mascherina, gli occhi chiusi e la musica lieve in sottofondo sono completamente diverse.
Una degustazione che permette ai partecipanti di uscire dalla propria comfort zone, di comunicare quello che si prova, che si sente, che si ricorda, ma soprattutto emerge anche la voglia di scoprire cosa si cela dietro a quei sorsi.
Luca Boccoli, sommelier, si presenta con una frase: “Si muore una volta sola, si vive tutti i giorni”. Perse la vista sei anni fa a causa di un incidente automobilistico ed ha saputo trasformare una tragedia in un’opportunità. È, fino a prova contraria, l’unico sommelier non vedente al mondo.
Così, a Monforte d’Alba, nella Cantina Parusso, sono stati degustati 4 vini, nessuno poteva “vedere” cosa era stato versato nel calice, e questo cambia davvero tutto, perchè il colore, visibile in una comune degustazione alla cieca, apporta già molte informazioni, ma sopratutto, prepara a quello che verrà assaporato, a volte partendo da preconcetti formatisi in degustazioni precedenti.
Senza il colore, è possibile soffermarsi sui profumi, i sapori, le sensazioni. Emergono ricordi e similitudini con esperienza vissute nella propria vita.
Anche solo soffermarsi sul rumore del vino che viene versato nel bicchiere, sulla tattilità degli oggetti, come appunto il calice stesso, tutto cambia.
15 minuti dedicati completamente a concentrarsi su quello che si trova di fronte, ma senza poterlo vedere.
Ma parliamo dei vini degustati:
Un langhe nebbiolo 2022, dove era riconoscibile e presente il tannino, ma con una certa delicatezza che poteva ingannare i meno esperti, virando al pensiero di altre varietà.
Due Barolo, dallo stesso Cru, ma da annate diverse, sono apparsi molto differenti tra loro. Bussia, il vino identificativo della cantina Parusso, a cui Marco è fortemente legato: il primo una Riserva del 2015 della vigna le Rocche, e il secondo più giovane, del 2020, proveniente da più parcelle.
Il lavoro svolto nella bottiglia negli anni si è sentito parecchio, donando note balsamiche al primo e levigatura del tannino.
Il quarto vino, distinguibile per i suoi sentori al naso, è stato un un sauvignon del 2021, che per molti però non è stato così riconoscibile per la sua trama tannica, tanto da essere scambiato da alcuni con un rosso. Infatti la sua vinificazione avviene a bassa temperatura, come per i vini rossi di Marco, che dona note agrumate.
Questa la peculiarità dei vini Parusso: rossi che ricordano i bianchi e bianchi che ricordano rossi. E quale migliore metodo per avere conferma di ciò se non con una degustazione senza poterne vedere il colore?
Lo stesso Luca Boccoli che di degustazioni come queste ne ha fatte molte conferma che “È assolutamente normale poter scambiare un bianco con un rosso e viceversa in queste degustazioni al buio”.
Very Wine Confidential. Very Food Confidential.