Dai vitigni coltivati sulle aspre colline del Douro, alla produzione di un vino dalle caratteristiche uniche.
Ci troviamo nel nord del Portogallo, tra la città di Oporto e la Valle del Douro.
Questa regione, percorsa dal fiume omonimo che definisce il confine con la Spagna, è madre di uno dei vini liquorosi più unici e caratteristici del panorama enologico europeo, il porto.
Il porto ha alle spalle una storia lunga e bellicosa.
È infatti nato in un contesto di avversità, durante le guerre che per circa mezzo secolo videro protagoniste la Francia e l’Inghilterra. Non è tutto: per trasformarsi nel prodotto che oggi conosciamo e consumiamo, ha dovuto combattere una battaglia ben più ostica, quella contro l’oidio e la fillossera (rispettivamente un fungo e un parassita estremamente pericolosi) che nella seconda metà del diciannovesimo secolo colpirono tutte le vigne europee distruggendole una ad una in tempi rapidissimi.
La diffusione di questa bevanda è stata merito dei commercianti inglesi, i quali avevano necessità di reperire dei vini da consumare in patria, senza dover passare per la Francia. Così, per superare il lungo tragitto via mare dal Portogallo, venivano addizionati di alcol in una quantità sufficiente da bloccarne la fermentazione, al fine di preservarli meglio.
Quel che è certo è che nel suo percorso di evoluzione, il porto, è diventato il vino da meditazione per eccellenza.
Parlarne in modo generico è limitante, perché si ramifica in diverse tipologie. Si possono infatti classificare più stili di porto, ciascuno dei quali assume un nome specifico in relazione alla modalità di produzione e di affinamento che lo contraddistingue. Anche le caratteristiche organolettiche sono estremamente differenti e ci permettono di riconoscere quale vino abbiamo nel calice.
A questo punto, capiamo meglio tramite quali passaggi questo prodotto arriva dalla vigna al bicchiere!
Le uve utilizzate sono quelle provenienti dalla Valle del Douro. Tra le principali troviamo la Touriga Nacional, il Tinta Roriz, la Touriga Francesca, la Tinta Cão per la produzione del rosso, mentre per il porto bianco – meno pregiato – si utilizzano per lo più il Moscatel e la Malvasia.
Il lavoro in vigna avviene nelle quintas, le aziende vitivinicole che coltivano e curano le uve e che si occupano di tutta la parte iniziale di produzione del vino. Nella fase di vendemmia, vengono impiegate ogni giorno pochissime persone a tempo pieno. Il terreno è molto scosceso e di difficile lavorazione, per questo molte aziende non ricorrono a mezzi meccanici, ma raccolgono le uve a mano. Spesso e volentieri (o mal volentieri, in questo caso) anche l’irrigazione meccanica non è un’opzione; la cantina Burmester, che riceve l’uva dall’azienda Quinta Nova de Nossa Senhora do Carmo (di sua acquisizione), ha realizzato dei camminamenti di ardesia, attraverso i quali viene raccolta l’acqua piovana da utilizzare nei periodi più caldi e di massima siccità.
Per la produzione di numerosi porto di qualità, anche la fase di pigiatura viene effettuata in maniera naturale con i piedi. Questo, forse, è uno dei momenti più suggestivi e tradizionali a cui si possa assistere. Infatti, una volta arrivato alla quinta, il vendemmiato viene svuotato in grandi vasche di pietra, i così detti lagares. Qui, per quattro ore, i vendemmiatori si immergono nei grappoli e cominciano la pressatura. Per le prime due ore vengono effettuati movimenti precisi e meccanici. sotto le direttive di un capo gruppo che ne detta i ritmi, mentre durante le due ore successive è concesso loro sbizzarrirsi, danzare e cantare in totale libertà all’interno delle vasche.
La fase di affinamento, invece, viene fatta a Vila Nova de Gaja, un paese a pochi passi da Porto.
Il vino, che giunge qui via strada, viene ospitato nelle cantine di destinazione all’interno di vecchie botti di legno di diverse dimensioni. La fase di affinamento, quella che stabilisce quanto a lungo far invecchiare il vino e in quali tipi di botte, è fondamentale affinché ciascun porto acquisisca le caratteristiche che ne identificheranno poi la tipologia.
Vila Nova de Gaja è un luogo magico per tutti i wine lovers che desiderano immergersi nella realtà del porto e comprenderla appieno. In questo piccolo paradiso su terra, è possibile passeggiare lungo le vie principali e ammirare gli edifici storici e le insegne con i nomi di tutte le cantine più famose.
Sono tutte aperte al pubblico e offrono esperienze di ogni tipo, dalle visite guidate alle degustazioni o, più semplicemente, all’assaggio di singoli calici selezionabili alla carta.
È bellissimo ascoltare un concerto di fado – una genere di musica popolare portoghese – in un ambiente intimo e tradizionale, sorseggiando un calice di porto Tawny, Vintage, LBV o Cohelita, a seconda delle preferenze.
Altrettanto divertente è prendere parte ad un tour guidato delle cantine e comprendere i diversi stili di produzione, cercando poi di riconoscerli nel bicchiere.
Very Wine Confidential. Very Food Confidential.