Sostenibilità, tecnologia e nuove sfide per essere più Green
Sabato 17 Giugno al Forte di Gavi ad Alessandria, durante la Convention annuale de Le Donne del Vino, é stata organizzata una tavola rotonda per affrontare un tema che oggi, oltre ad essere tra le ricerche più interessanti, é anche molto controverso il ’Green’.
Alle Donne del Vino non manca il coraggio e anche un po’ di sana follia, qui non si parla dell’ennesimo argomento di greenwashing.
Lo si fa attraverso una serie di interessanti interventi di women empowerment nella ricerca di soluzioni realizzabili e analisi di ricerche già realizzate nel settore vitivinicolo che davvero utilizzano il sapere per supportare la ricerca e le tecnologie.
Lara Loreti eccezionale moderatrice della tavola rotonda, prova a tenere il tempo alla dirompente energia delle relatrici e relatori.
Giusi Mainardi, giornalista, storica del vino e docente di Storia della Vite e del Vino al Disafa – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, racconta la storia della ricchezza del patrimonio piemontese del vino, citando Gallesio 1828 “Tutto il Piemonte é pieno di uve pregiate e ogni paese ha le sue” per nominare tutte quelle varietà rare da salvaguardare. Conoscete la Gamba di Pernice e l’Uvalino? Bene, Mariuccia Borio Cascina Castlèt, che fa parte delle Donne del Vino, sta valorizzando questo vitigno autoctono raro ’Uvalino Uceline.
Inoltre Mainardi ha realizzato un focus su quei vitigni da valorizzare che hanno preso spazio non solo in Piemonte e sono cresciuti nella produzione e nella denominazione, come Timorasso ed Erbaluce. Chiudendo la disamina con un accenno al padre delle Doc Desana, affermando che il vigneti sono al centro della storia, della cultura e delle tradizioni di ogni luogo.
Silvia Guidoni, professoressa associata al Disafa – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha portato alla luce uno studio di come l’esposizione del vigneto e la posizione possano modificare le condizioni microclimatiche, di conseguenza la maturazione e la composizione dell’uva, saranno differenti in ambienti topograficamente diversi. Di conseguenza gli ambienti climatici portano a consigliare un progetto strategico dei vigneti. Pone infine attenzione di come il futuro sarà segnato da viticoltori consapevoli che sapranno adattare le loro tradizioni colturali, attraverso nuove conoscenze e competenze, allo scenario in cambiamento, aumentando così la resilienza dei vigneti.
Antonella Bosso, responsabile della sede di Asti del CREA – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia presenta i dati della ricerca sul riutilizzo dei sottoprodotti del vino, per esempio le vinacce che in Italia si attestano sui 1,5 milioni di tonnellate. La vinaccia si presenta come fonte ricca di composti fenolici naturali, dal 2010, accolta l’istanza delle Regioni di poter utilizzare e valorizzare le vinacce come risorsa, in campo agronomico, energetico, farmaceutico e cosmetico fino all’alimentare. Il centro Crea ha realizzato ricerche con impiego diretto delle vinacce come ingrediente alimentare con farine ed estratti per la conservazione di carni e preparazioni da forno e creazione di tannini enologici. Ultimo progetto, in corso di valutazione, prevede l’utilizzo di nanoparticelle di polifenoli nella cura contro i tumori al seno, le molecole antiossidanti coadiuvando il trattamento chemioterapico ne rilucerebbero gli effetti secondari.
Si conclude con Stevie Kim, esperta di comunicazione e Managing Director at Vinitaly International. Con il suo intervento ‘il Brand vs il territorio’ esordisce dicendo che la più grande sfida é vendere il vino non produrlo, seguita da diverse domande incisive, per portare le Donne del Vino a riflettere sulla direzione delle loro aziende. “Cosa stiamo promuovendo in Italia? La Regione, il Brand, il territorio” e prosegue con il target, il mercato, i Social, invitando a valorizzare le aziende per la loro unicità in una modalità chiara, portando come caso studio la sua esperienzanella creazione della Vinitaly International Academy, per valorizzare il vino attraverso degli ambasciatori con un network potente che l’ha portata a grandi sfide che definisce con il termine cinese Wei Ji – che significa sia pericolo che opportunità, traducendo così perfettamente la sensazione che porta con sé grande energia.
Tutta questa energia delle Donne del Vino fa bene all’Italia, non solo del vino.
Very Wine Confidential. Very Food Confidential.




















