I più curiosi, nel corso del tempo, con l’avvicinarsi della ricorrenza più romantica dell’anno, si saranno interrogati sulla sua origine
Saranno rimasti stupiti nello scoprire che così romantiche le sue origini non sono.
Siamo dovuti passare per riti pagani discutibili prima di giungere al nostro amato San Valentino che donando a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, ne salvò la virtù destinandola ad un futuro rispettabile e, si spera, di amore.
E’ tradizione tra gli innamorati scambiarsi bigliettini d’amore a forma di cuore, almeno la storia così vorrebbe, ma tra gli amanti del vino, senza nulla togliere ai più romantici, piace il suggerimento che arriva da Maso Martis: scambiarsi delle bollicine rosè di Trentodoc.
La storia della nascita della cantina Maso Martis è quanto di più adatto ad una romantica favola moderna.
I due, allora fidanzati, Antonio Stelzer e Roberta Giuriali nel 1990 danno vita a Martignano, ai piedi del Monte Calisio (detto anche Argentario) sopra Trento, a 450 metri di altitudine, ad una delle attuali realtà della spumantistica nazionale tra le più premiate.
Un terreno montano che conosce la coltivazione già dalla fine del 1800, ottimamente esposto e accarezzato dalla brezza di montagna fa da cornice ad un’azienda che conta su 12 ettari di vigneto di proprietà condotti a regime biologico, una produzione di circa 100 mila bottiglie all’anno vendute per il 95% in Italia e per il resto all’estero (Europa, Giappone, Stati Uniti).
Agli amanti del “vissero felici e contenti” diciamo che i due fidanzati sono diventati una famiglia che oggi, insieme alle figlie Alessandra e Maddalena, rendono l’intuizione iniziale una grande realtà vitivinicola italiana
La prestigiosa Maison spumantistica trentina, propone ben due versioni di metodo classico Trentodoc rosé: il 100% Pinot Nero Extra Brut Rosé 2019 suggerito per lei, il Monsieur Martis Brut Rosè 2017, 100% Pinot Meunier, suggerito per lui.
Delicato ed elegante, ma anche energico e avvolgente, dotato di un’espressività fuori dal comune: stiamo parlando dell’Extra Brut Rosé 2019 di Maso Martis, Rosè de Noir, vero e proprio elogio al Pinot Nero con un invecchiamento per un periodo di 30-36 mesi.
Al naso, fragoline e mandarino danno freschezza alle note pepate e lievitate, a cui si aggiunge un tocco di erbe aromatiche, mentre al sorso le note di arancia e pompelmo giocano con i sensi e il palato, in un tourbillon di setosa effervescenza e un finale fresco e minerale.
Un Metodo Classico di notevole carattere, che interpreta fedelmente lo spirito dei grandi rosé, teso e verticale, strutturato e profondo, ideale per chi ama gli spumanti intensi e ricchi.
Speziato e vellutato è invece quello che si riceve dal Pinot Meunier, vitigno famoso per dare vita a spumanti delicati, rotondi e più fruttati, con una leggera nota vegetale e un’acidità più marcata rispetto ai Rosè de Noir da Pinot Nero.
Così è Monsieur Martis 2017, 100% Pinot Meunier, dallo splendido colore rosa con riflessi aranciati: una permanenza sui lieviti di almeno 48 mesi regala struttura, profondità, volume e un perlage cremoso. Al naso sprigiona un inebriante bouquet di lamponi, piccoli frutti rossi croccanti, ciliegia, arancia amara, toni minerali e un originale tocco speziato. Sentori che si ritrovano al sorso, dove è sapido, fresco e persistente. Un Metodo classico, anche in questo caso, che cerca di far esprimere al massimo l’unicità del vitigno e dell’annata.
Provate a giocare individuando tra le caratteristiche sprigionate dai vini quelle che più si avvicinano al vostro amato. Infine osate, assaggiate, scambiatevi i bicchieri e le sensazioni in un inno all’amore, alle bollicine trentine e alla sapienza del produttore.
Very Wine Confidential. Very Food Confidential.