Nei primi del Novecento questa cascina è stata una delle prime aperte alla sosta, situate nella strada di collegamento sul confine con la Liguria, chi passava poteva fermarsi e riposare per poi proseguire il viaggio
Siamo nelle vie marenghe, chiamate così in quanto venivano utilizzate tra XIX e XX secolo dopo la Battaglia di Marengo, durante la prima unione monetaria tra Italia, Francia, Svizzera e Belgio, con i Marenghi d’Oro. Siamo nella territorio del Gavi Docg, in provincia di Alessandria, qui il potere dello scambio e della condivisione fa parte della storia.
Importante questa introduzione, perché quando incontriamo Tiziano Arecco, nonostante la sua giovane età, ci racconta la sua esperienza in tutto il mondo e i suoi progetti che prevedono esperienze di condivisione e accoglienza, in parte legata alla storia della Cascina delle Monache.
L’azienda si trova su un colle, circondato dai 4 ettari coltivati a vigneto, a campi e zone boschive. Il progetto di Tiziano prevede, oltre ai nuovi impianti, alberi per ombreggiare le viti e condizionare l’aria, il clima è cambiato e qui si cercano soluzioni sostenibili per mantenere una produzione di qualità. Inoltre l’idea sarebbe quella di creare un percorso in cui vivere un’esperienza di avvicinamento alla natura, quel contatto che solo in questi territori ancora ricchi di biodiversità si possono avere.
Il nonno Carlin nel 1970 impianta le prime vigne, la nonna Gilli di passaggio si ferma per amore del nonno, i figli Giovanni e Roberta nel boom economico degli anni Ottanta hanno cambiato le loro vite, facendo lavori diversi rispetto alla campagna. Quando Giovanni incontra Anna, la mamma di Tiziano, Anna va controcorrente e sceglie di lavorare in azienda occupandosi della gestione dei vigneti, mentre Giovanni continua la sua vita lavorativa.
Tiziano, ci racconta che fin da piccolo ha sempre voluto fare il contadino, ha studiato agraria con specializzazione in viticoltura ed enologia e dopo l’Università ha fatto tante esperienze all’estero, prima in Nuova Zelanda e poi in California. Fa sue condivisione, collaborazione e armonia sul lavoro, nonostante le lingue differenti, comprende che la forza del gruppo di lavoro va oltre. Al suo ritorno in Italia inizia l’attività di tecnico agronomo e collabora con aziende nelle Langhe, negli ultimi anni prende in gestione l’azienda di famiglia, Cascina delle Monache. La sua volontà è quella di esprimere la propria idea rispetto alla natura e al vino, lavorando direttamente nella sua azienda.
Conosce bene le sue piante e riesce così a gestirle, Tiziano ha iniziato a potare con il nonno Carlin, poi si è aggiornato studiando le nuove tecniche e, oggi, conferma una diminuzione importante delle piante malate.
Quello che incontriamo é un ragazzo, dall’aspetto riservato, ma determinato nel suo progetto che ha sempre avuto nel cuore. Già a 18 anni era fuori dal coro, rispetto i suoi coetanei, con una visione di condivisione e collaborazione per creare una rete funzionale a far conoscere e promuovere per la sua azienda.
Questa piccola realtà famigliare inizia dalla vendemmia 2018 a produrre la prima etichetta del Sorì delle Monache, Gavi Docg, in vendita solo dal 2020. Dal vigneto più esposto al sole, dove il terreno si presenta più sabbioso e drenante, questo cru rappresenta la selezione aziendale, la qualità è eccellente, la vinificazione solo in acciaio. Al palato è fresco e succoso, la macerazione di 12 ore a freddo regala concentrazione, davvero piacevole il sorso.
Visitando i vigneti, colpisce il maestoso mandorlo secolare, noi lo vediamo in fiore ed è davvero sorprendente (vedi foto) da questo vigneto viene prodotto il Ronco del Mandorlo, c’è un valore affettivo in questa vigna vecchia, qui prima c’era un frutteto e il mandorlo rappresenta la memoria storica dell’azienda. Questo Gavi Docg, viene coltivato su un terreno caratterizzato da marna blu e tufo, dopo una macerazione di 24 ore viene vinificato in acciaio con un 10% di fermentazione in barrique, che dona struttura e persistenza.
Infine il Bricco della Londra , la londra è un uccellino che nidifica per terra. Vino rosso, che poi é dolcetto, dal sorso fresco e vinoso, da godere anche nelle serate estive, dopo una breve macerazione di qualche giorno, viene vinificato in acciaio, il nonno Carlin lo ha sempre chiamato il vino del mesdì, in dialetto. È un vino immediato di facile beva.
Concludiamo la nostra visita con la curiosità artistica di etichette di rilievo artistico, create da Alice Baiardi che incide su lineolum e stampa, le etichette di Cascina delle Monache raccontano la storia del vigneto di appartenenza, rispettando con il rilievo lo stile dell’incisione.
Un sogno con i piedi per terra che viene voglia di rivivere spesso, sorso dopo sorso.
Very Wine Confidential. Very Food Confidential.