BLONDE D’AQUITAINE: La carne di qualità da gustare cruda ed il wine pairing perfetto

La Blonde d’Aquitaine è un’eccellenza dell’allevamento europeo, sinonimo di qualità, tradizione, sostenibilità ambientale e sociale, sicurezza alimentare e benessere animale.

Nel 2020 nasce il progetto triennale EUROPEAN BEEF EXCELLENCE con lo scopo di favorire la conoscenza di questa razza bovina  tra i consumatori e gli operatori del settore in Francia e in Italia.

Il progetto di informazione  e promozione è  cofinanziato dall’Unione europea e promosso da Asprocarne Piemonte e France Blonde d’Aquitaine Sélection.

La Blonde d’Aquitaine è un’eccellenza dell’allevamento bovino europeo. Una carne pregiata, che nasce in Francia e cresce in Piemonte.

Ciò che la rende unica è l’estrema tenerezza e l’elevata magrezza della sua carne. Caratteristiche queste particolarmente apprezzate dai consumatori italiani, e che fanno di questa razza francese una delle più interessanti nel panorama mondiale.

La razza nasce negli anni 60 e nel giro di pochi anni, dal Sud della Francia si diffonde rapidamente su tutto il territorio nazionale, e in particolare nel Nord Ovest, tra le regioni Pays de Loire, Bretagne e Normandie, per poi varcare i confini e giungere anche in Italia, dove la Grande Bionde viene allevata ormai a partire dalla metà del secolo scorso. In particolare in Piemonte dove, grazie al gran numero di tagli pregiati e all’ottima qualità, incontra il gusto degli esigenti consumatori locali che amano le carni magre, tenere e delicate nei sapori.

Del resto il mercato italiano rappresenta da sempre uno sbocco fondamentale per gli allevatori francesi, dato che nel nostro paese la produzione di bovini non è sufficiente a coprire le richieste del mercato interno. A favorire questo costante scambio, inoltre, c’è una profonda differenza nelle abitudini dei consumatori dei due paesi. I francesi, infatti, amano le carni più grasse, di colore più vivo e intenso ma soprattutto tagli più maturi. I consumi, dunque, sono rivolti soprattutto a capi più adulti, di 6 o 7 anni, in genere giunti a fine carriera riproduttiva. In Italia invece, i consumatori preferiscono cari più tenere e dal gusto più delicato, come i vitelloni di età compresa tra i 12 e i 24 mesi.

Questa carne, per le sue qualità elevatissime, ben si presta ad essere protagonista di numerose ricette ed essere degustata sia cotta che cruda. Proprio per la sua magrezza, il gusto e le sue capacità nutrizionali, la maniera migliore per essere apprezzata è a crudo, sotto forma di tartare, piatto della tradizione francese e piemontese, dove viene allevata. infatti come questa razza, anche la ricetta è stata importata dalla vicina Francia.

Questa pietanza va tagliata e battuta al coltello, per preservarne intatte le proprietà nutrizionali e organolettiche. ed è davvero importante per questa ricetta riuscire a ottenere un equilibrio tra il sapore della carne e quello dei condimenti. E, anche in questo caso, la qualità della materia prima è ciò che fa la differenza: proprio per questo risulta perfetta per assaporare la  Blonde d’Aquitaine: infatti la carne per la tartare deve essere tenera, magra e saporita. 

Abbinare il vino giusto alla tartare vuol dire rispettare la sua delicatezza ma allo stesso tempo esaltare il suo sapore. La carne cruda, ha un gusto molto particolare caratterizzato da note più o meno acidule, a seconda dei condimenti che si utilizzano per la marinatura e per la preparazione, quali ad esempio la scorza di limone, la senape, i capperi, l’olio e il pepe. La tradizione piemontese, propone una tartare molto leggera, condita solamente con olio di oliva evo e un pizzico di sale. 

Essendo un piatto semplice, ma al tempo stesso aromatico, Il vino ideale deve essere strutturato e armonico, preferibilmente bianco. Un vino che all’assaggio fa pensare immediatamente al perfetto pairing è il Langhe Bianco “Antica Novella” di Silvano Bolmida, un Sauvignon davvero stupefacente.

Un vino che nasce a Monforte D’Alba nel 2013 quando il produttore decide di sovrainnestare  vecchie viti di Dolcetto con il nuovo e meno conosciuto in Langa,  Sauvignon Blanc. Così nasce l’idea di dare una nuova personalità a terreni, vocati da sempre a grandi vini, prendendo spunto dalle grandi zone viticole del mondo per considerare la possibilità di riportare quei caratteri anche nei grandi suoli langaroli.

Il nome deriva proprio dalla frazione “Novella”, più a Sud del comune di Monforte d’ Alba, su terreni ricchi di sedimentazioni sabbiose tipiche della zona del Barolo, le cosiddette Marne di Sant’Agata fossili sabbiose.

Vitigno: 100% Sauvignon Blanc di cui circa 80% viti di 10 anni più la restante parte viene da vecchie viti di Dolcetto sovrainnestate con Sauvignon Blanc nell’estate del 2013.

Dopo un affinamento di  12 mesi in vasca di acciaio, il vino viene imbottigliato solamente nel settembre successivo alla vendemmia, per poi mantenerlo a riposo per altri  r 7-8 mesi fino alla primavera del secondo anno, momento in cui viene messo in vendita.

Una produzione molto limitata, di circa 5.000 bottiglie.

Al naso, sentori vegetali ed erbacei, tipici del vitigno, accompagnati a sentori fruttati e floreali, di salvia, pesca e sambuco. 

In bocca, si presenta molto equilibrato, sapido e minerale.

Un perfect paring.

Very Wine Confidential, Very Food Confidential.

Sara Grosso
Ho studiato Ingegneria Gestionale e lavoro in ambito bancario, ma la mia grande passione per il vino mi ha portato a diplomarmi nel 2013 come Sommelier e ad approfondire sempre più questo bellissimo mondo diventando Wine Informer. Curiosa per natura, adoro leggere e sono autrice di un podcast intitolato “Storie di Coraggio”, dove parlo di libri che mi hanno lasciato il segno. Quando leggo, mi fa sempre compagnia un buon calice di vino, così ho pensato di proporre nei miei canali social, un pairing diverso dal solito, abbinando ad ogni libro il perfetto vino.

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