LA MUSCA BIANCA ‘D LISSART: L’ultimo arrivato de L’Autin

A dicembre è stata presentata la Malvasia Moscata de L’Autin, la Musca Bianca ‘D Lissart

L’azienda di Barge, ben conosciuta per il lavoro che sta portando avanti per la rivalutazione dei vini del territorio, ha presentato la sua ultima etichetta, un vino dolce che ben si accompagna però anche ai formaggi: La Musca Bianca ‘D Lissart.

La Musca Bianca D’Lissart

Nel territorio da cui proviene, così vicino a Torino ma così distante, a  cavallo tra le province di Cuneo e del capoluogo, con il Monviso che incombe, maestoso, e la pietra, lo gneiss che si respira ovunque, vive Mauro Camusso, un agronomo che la vita ha portato verso la  pietra. Le cave, le pareti rocciose, sono il mondo a cui si dedica da anni con la moglie  Maura Beltramo, per gestire insieme la Beltramo Fratelli, azienda che estrae e lavora la Pietra di  Luserna. 

Ma la storia comincia quando in zona, dove vivono pochi viticoltori per professione ma che  producono un po’ di  damigiane per il proprio consumo, anche la famiglia Camusso come le altre, nonostante l’ambiente  pedoclimatico possa sembrare poco adatto alla viticoltura, decide di rompere gli indugi e di trasformare la passione in attività.

L’avventura inizia nel 2010, grazie a Mauro e al cugino Pier Giorgio Gasca, che purtroppo oggi non c’è più, grazie ad un autin – il vigneto in piemontese – ricevuto da  Mauro, dal padre e prima di lui dal nonno. 

Una scommessa che in un territorio impervio potrebbe avverarsi rischiosa. Anche perché non si  tratta solo di coltivare i vitigni a bacca rossa raccomandati dal disciplinare di produzione della  Pinerolese Doc che si spinge fino in terra cuneese (Barge e Bagnolo) ma di impiantare anche uve  bianche autoctone e internazionali. Una sfida non solo una scommessa, una grande dimostrazione  di impegno che inizia con la formazione di una squadra determinata, accomunata dall’ amore per la  propria terra, per il lavoro fatto bene e la voglia di sfondare. E i risultati non tardano

La superficie viticola dell’azienda con i nuovi impianti è di circa 10 ettari, a cavallo tra le province di  Torino e Cuneo. I terreni sono di origine alluvionale, morenica, con forte caratterizzazione locale. Nella zona di Barge sono più pesanti e argillosi; il clima più mite, protetto, è accarezzato dal Monte  Bracco che smorza anche glisbalzi termici: l’ambiente si adatta bene alle uve nere e alla vinificazione  in rosso. 

A soli 10 km, nelle campagne tra Campiglione e Bibiana il contesto è alquanto diverso: il terreno è  decisamente più sciolto, sabbioso, ghiaioso con una fortissima presenza di scheletro e strato fertile  sottile. Siamo all’imbocco della Val Pellice, la zona è meno riparata, le escursioni termiche  giornaliere sono importanti. L’ambiente pedoclimatico è idoneo alla produzione di vini bianchi  estremamente profumati, caratterizzati da ottime acidità e mineralità.  

La forte identità territoriale è l’impronta dell’intera gamma di etichette de L’Autin.

Fin dalla nascita si è intrapreso il percorso per un metodo totalmente biologico e dal 2019 l’azienda  è certificata Bio. I vigneti sono coltivati senza diserbanti, concimi o antiparassitari. Si interviene in  modo mirato, con mezzi meccanici e biologici. Le pratiche sono quelle tramandate, che l’esperienza  ha maturato con gli anni e adattato alle esigenze della viticoltura moderna. La vendemmia, come  vuole la tradizione, è manuale. 

La natura ha i suoi cicli, i suoi ritmi, ogni annata è così diversa seppur così simile alle altre. Il  cambiamento climatico sconvolge i ritmi ma l’attività umana attenta, accorta, sopperisce con  destrezza alle mutazioni. Le viti e l’uva hanno bisogno di tempo, in campagna non bisogna avere  fretta. Terreno e ambiente esigono rispetto, solerzia e attenzione. “Solo l’esperienza maturata anno  dopo anno, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto ha reso possibile un sogno che si rinnova a ogni  vendemmia e che desideriamo condividere con voi quando assaggiate i nostri vini” chiosa Mauro.  “Stappare una bottiglia de L’Autin è una piccola immersione, una comunione silenziosa e completa  nella nostra vita, nel nostro piccolo grande territorio dove la vigna, da sempre, viene coltivata, amata e coccolata”. 

Presentazione Musca Bianca

Tra gli altri vini prodotti dall’azienda, spiccano L’Eli, un metodo classico (in versione Pas Dosè, Brut, Rosè e 84 mesi) affinato nelle miniere di talco ad 1 km di profondità, nelle gallerie dove la temperatura è costante a 10 gradi e l’umidità è al 90%, ed il Verbian, un vino che ha riportato alla luce l’antico vitigno autoctono Bian Ver.

LA MUSCA BIANCA ‘D LISSART 

Vitigno: Malvasia moscata. 
Fermentazione: in autoclave. 
Alcool: 7% vol. 
Zucchero: 100 g/l. 
Analisi sensoriale 
Vista: giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli. 
Perlage: fine e persistente. 
Naso: tipiche caratteristiche varietali con miele e agrumi in evidenza. 
Bocca: freschezza, buona mineralità, effervescenza fine e persistente. 
Abbinamenti: dessert, il compagno ideale dei brindisi delle Feste. 
Temperatura di servizio: 5-8°C. 

Altre informazioni su L’Autin e le schede tecniche dei vini su: www.lautin.it

Very Wine Confidential. Very Food Confidential.

 

Sara Grosso
Ho studiato Ingegneria Gestionale e lavoro in ambito bancario, ma la mia grande passione per il vino mi ha portato a diplomarmi nel 2013 come Sommelier e ad approfondire sempre più questo bellissimo mondo diventando Wine Informer. Curiosa per natura, adoro leggere e sono autrice di un podcast intitolato “Storie di Coraggio”, dove parlo di libri che mi hanno lasciato il segno. Quando leggo, mi fa sempre compagnia un buon calice di vino, così ho pensato di proporre nei miei canali social, un pairing diverso dal solito, abbinando ad ogni libro il perfetto vino.

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